venerdì 16 gennaio 2015

Tsipras, dove ti porta il vento?

La Grecia al voto il 25 gennaio
"Il futuro è già iniziato. Siamo ottimisti e felici" (Alexis Tsipras)

Uno spettro si aggira per l'Europa, lo spettro del comunismo? No, niente del genere. Ma la Grecia, ancora un volta, torna a far tremare l'Europa.
Il Parlamento greco non è riuscito ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. L'ex commissario dell' UE, Stavros Dimas, si è fermato a 168 voti su 300, non raggiuggendo i 180 necessari per superare il quorum. Il parlamento è stato sciolto e il 25 gennaio il popolo greco tornerà al voto.
Syriza, il partito della sinistra radicale, è in testa su tutti i sondaggi. Il circolo mediatico e la propaganda delle destre punta tutto su un solo punto: spaventare i greci, spaventare i popoli d'Europa lanciando continuamente il messaggio "Noi o loro (Syriza), l'Europa o il caos"
Al momento, tanta campagna elettorale sulla "sfiducia" contro l'incolpevole Tsipras e non una parola, dalle colpevoli destre, sul demonio che l'Unione Europea ha scatenato contro il popolo greco. Nel frattempo non si è fatto attendere il ruolo politico ed intimidatorio del Fondo Monetario Internazionale che ha sospeso gli aiuti economici alla Grecia, fino all'insediamento del nuovo governo. Una pressione non democratica, ma solo di potere finanziario, simbolo emblematico del mostro sovranazionale che ci governa tutti.

Queste elezioni, soprattutto per questo, acquisiscono un ruolo fondamentale, non solo per il popolo greco, ma per tutti i popoli europei aderenti all'Unione Europea, a partire dai Pigs, Portogallo, Italia e soprattutto Spagna, dove l'ascesa di Podemos potrebbe infliggere un doppio colpo all'Europa e su posizioni di sinistra e popolari: aumento del salario minimo, riduzione della giornata lavorativa ed età pensionabile, ecc.
La Grecia sta facendo esplodere molte contraddizioni di questo oblio europeo, ed è evidente che potrebbe esserci un effetto domino, incontrollabile per la Germania.
Una sinistra radicale al governo in Grecia potrebbe essere un fatto nuovo, importante, storico che potrebbe far scricchiolare la costruzione di questo tipo d'Europa.

La strada è tutta in salita. I sondaggi danno Syriza primo partito, il che gli permetterebbe di ottenere il maestoso premio di maggioranza, ma, da solo, non avrebbe i numeri per governare. Come era prevedibile, il KKE (Partito Comunista Greco), non vuole sporcarsi le mani, ma solo picche stanno arrivando da diverse formazioni di sinistra, ecologiste e dagli Ex PAsok in fase di riciclo politico. Per ora le parole di Tsipras: "stiamo chiedendo loro di mettere da parte tutto ciò che ci divide e lavorare ciascuno dalla sua postazione per porre fine al disastro sociale, rovesciare il governo del memorandum e sostituirlo con un governo che pone al centro gli interessi della maggioranza", restano inascoltate.
I sondaggi, altalenanti, danno Syriza intorno al 30%, Nea Dimokratia (centrodestra) al 27%, il KKE (Partito Comunista) al 5%, via via sotto il 5% tutte le altre piccole formazioni di sinistra, compreso il Pasok.


Grecia: una porta sul futuro di tutto il meridione europeo
L’attuale assetto dell’eurozona è oggettivamente contraddittorio e in prospettiva non sostenibile; pertanto, indipendentemente da desideri e auspici, il susseguirsi degli avvenimenti renderà inevitabile l’implosione della moneta unica, ameno per come la conosciamo oggi. [..] Il caso greco chiarisce in modo lampante che l’uscita dall’euro, presa a sé stante, non è risolutiva, e che per avere senso dovrebbe esser collocata in un piano più generale di riforma della politica economica e dei rapporti internazionali. La sinistra è priva da tempo di una intelligenza collettiva in grado di esaminare criticamente le dinamiche reali del capitale. Stiamo ancora a evocare i fasti della globalizzazione e della moneta unica mentre il capitale ha già svoltato verso una fase neo-imperialista e protezionista, fatta di rinnovati equilibri geo-strategici tra potenze, anche in seno all’Europa. In questo modo ci si trova sempre in affanno, un passo indietro rispetto allo scorrere degli eventi, e si resta succubi delle interpretazioni del processo capitalistico suggerite dall’ideologia dominante. Un tempo era la banale retorica europeista creata a immagine degli interessi del grande capitale, in futuro potrebbe essere un nazionalismo retrivo espressione delle rivendicazioni dei capitalisti minori. Insomma, gli interessi prevalenti fanno e disfano le istituzioni che governano il processo di accumulazione, magari si liberano senza rimpianti di una moneta per costruirne un’altra, costruiscono ogni volta una nuova narrazione che giustifichi le decisioni, e in questo continuo turbinio i lavoratori non hanno mai una propria bussola, una chiave di lettura che sia espressione delle loro istanze: di conseguenza, come ieri votavano i retori dell’unificazione europea nel segno del liberismo e dell’austerity, domani rischiano di appoggiare Salvini in nome della guerra santa ai lavoratori immigrati. O magari, peggio ancora, in futuro potrebbero affidarsi a un nuovo leader che incarni una combinazione perversa tra le due opzioni. [..] Difficile dire se Syriza avrà mai la forza per trarre il dado dell’euro. Se tuttavia ciò avvenisse, si verificherebbe un effetto domino che coinvolgerebbe tutti i paesi del Sud Europa e sottoporrebbe a tensioni difficilmente sostenibili la tenuta complessiva dell’Unione. Coloro i quali ritenevano che il caso greco fosse particolare e potesse essere isolato, sono stati smentiti nel 2010 e verrebbero smentiti anche stavolta. Lungi dal costituire un’eccezione, la Grecia con i suoi guai rappresenta una porta sul futuro di tutto il meridione europeo. Se dovesse anche diventare un crocevia per i destini dell’euro, il quadro politico continentale si ripulirebbe dalle ambiguità, dividendosi in modo netto tra chi sostiene la battaglia della sinistra greca e chi rema contro di essa. Le stesse prospettive dell’egemonia politica in Europa, oggi contesa tra liberisti e razzisti, potrebbero farsi un po’ meno cupe. Come ha accennato recentemente persino Paul Krugman, la storia europea potrebbe intraprendere sentieri molto diversi a seconda di quali forze politiche, per prime, si assumeranno la responsabilità di trarre le conseguenze della insostenibilità dell’Unione economica e monetaria. Non nutro grandissime speranze, ma semmai il bivio passerà per un’Atene rossa anziché per una Parigi nera, sarà una grazia per i destini di tutti i popoli europei. (Brancaccio )

Sintesi del programma elettorale di Syriza presentato nei mesi scorsi da Tsipras
Cancellazione parziale del debito pubblico e moratoria provvisoria per usufruire di quei fondi per la crescita della Grecia.
Aumento immediato di investimenti pubblici.
Graduale inversione di tutte le ingiustizie del Memorandum e graduale ripristino di stipendi e pensioni tagliati dalla Troika,
Sostegno alle piccole e medie imprese, incentivi per l'occupazione, investimenti nella conoscenza, ricerca e nuova tecnologia.
Ricostruzione dello stato sociale, il ripristino dello stato di diritto e la creazione di un regime meritocratico.

I quattro pilastri del Piano di Ricostruzione Nazionale
1° : Affrontare la crisi umanitaria
2° : Riavviare l’economia e promuovere la giustizia fiscale
3° : Riconquistare l’occupazione
4° : Trasformare il sistema politico per rafforzare la democrazia
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1 ° pilastro: Affrontare la crisi umanitaria
Elettricità gratis per 300.000 famiglie attualmente sotto la soglia di povertà
Programma di sussidi pasto per 300.000 famiglie senza reddito.
Programma di garanzia abitativa.
Restituzione del bonus di Natale (la nostra tredicesima n.d.r.)
Assistenza medica e farmaceutica gratuita per i disoccupati non assicurati
Tessera speciale di trasporto pubblico per il disoccupati di lunga durata e di coloro che sono sotto la soglia di povertà
Abrogazione del livellamento della imposta speciale di consumo sul gasolio da riscaldamento a quello per autotrazione.

2 ° pilastro: Riavviare l’economia e promuovere la giustizia fiscale
Estinzione di obbligazioni finanziarie ai fondi statali e di sicurezza sociale, in 84 rate.
Abolizione immediata dell’attuale tassa unificata di proprietà (ENFIA). Introduzione di una tassa sulle grandi proprietà.
Restituzione della soglia di imposta sui redditi di € 12.000 annuali.
Riduzione del debito personale attraverso la ristrutturazione di prestiti («prestiti rossi») in sofferenza da parte di individui e imprese.
Stiamo allestendo un ente pubblico di intermediazione per la gestione del debito privato, non come una «bad bank», ma come ente sia di gestione di qualsiasi pagamento in ritardo alle banche sia come di controllo delle banche per quanto riguarda l’attuazione delle transazioni concordate.
Istituzione di una banca pubblica di sviluppo e delle banche per usi speciali
Ripristino del salario minimo di 751 €.

3 ° pilastro: Piano Nazionale per riconquistare l’occupazione
Restituzione del quadro istituzionale per la tutela dei diritti del lavoro che è stato demolito dai governi del Memorandum.
Restituzione del cosiddetto «effetto-dopo» dei contratti collettivi; degli stessi contratti collettivi, così come dell’arbitrato.
Abolizione di tutte le norme che consentono i licenziamenti ingiustificati e di massa, nonché dell’affitto dei dipendenti.

4 ° PILASTRO: Trasformare il sistema politico per rafforzare la democrazia
Mettere in moto il processo di ricostruzione istituzionale e democratico dello Stato.
Organizzazione regionale dello Stato. Miglioramento della trasparenza, della autonomia economica ed efficacia del funzionamento dei Comuni e delle Regioni.
Rafforzamento della partecipazione democratica dei cittadini. Introduzione di nuove istituzioni, come ad esempio l’iniziativa legislativa popolare, veto delle persone e l’iniziativa popolare per indire un referendum.
Rafforzamento del Parlamento, riduzione dell’immunità parlamentare, e l’abrogazione del particolare regime giuridico della non-azione penale verso i parlamentari.
Regolamento del paesaggio radio / televisivo, con l’osservazione di tutti i presupposti di legge e aderendo a criteri di rigore finanziario, fiscale e sicurezza sociale. Ripristino della ERT (Public Radio e Televisione) su base zero.



Tsipras e l'entusiasmo della sinistra europea.

Il futuro della democrazia passerà, ancora una volta, dalla Grecia.
Syriza non è un partito di massa, non ha una prospettiva socialista e non vuole percorrere un'uscita, di sinistra, dall'Unione Europea.
La sua struttura non si è trasformata, ma la crescita elettorale ha portato al suo interno dilaganti contraddizioni.
Se ieri a parlare con Syriza era la sola Rifondazione Comunista, oggi non dobbiamo stupirci se a fargli visita ci sono anche Civati e Fassina.
Da una parte c'è chi vorebbe radicalizzare Syriza e avviare uno scontro inedito, di libertà, contro l'impostazione di questa Unione Europea, d'altra parte c'è chi tenterà fino all'ultimo di addomesticare questo cane che ad oggi, morde ben poco, ma urla forte la sua volontà: rinegoziare.
Tsipras ha coraggio, sarà costretto a firmare il nuovo memorandum della Troika se vincerà le elezioni, e questo porterà nuovi pacchetti di misure di austerity.
Il programma di Syriza è radicale e sarebbe utile al popolo, una boccata d'ossigeno. Tsipras sta alimentando alte speranze, ma rischia di essere un boomerang.
Se i programmi saranno inattesi, se la sua politica verrà addomesticata, il popolo greco e quello della sinistra europea potrebbero subire il più grande tradimento politico del XXI secolo, ripercussioni negative che potrebbero azzerare le già basse forze di una sinistra debole, confusionaria e codarda.
Se invece, la Grecia riuscirà a radicalizzare la sua proposta politica e rialzerà la testa questo potrebbe riportare vitalità a tutta la sinistra, dalla Spagna, al Portogallo e perchè no? Anche in Italia

Tsipras, Syriza e le elezioni greche. Lo percepite l'entusiasmo?
Della possibile vittoria e dei relativi risvolti politici europei?
Ma anche il semplice agitarsi per contrastarlo, sia da posizioni neoliberiste, sia da posizioni comuniste. Lo vivete questo agitarsi?
La domanda è: quando? Quando in Italia torneremo ad avere un tale livello di entusiasmo e di agitazione politica? Quando torneremo protagonisti del nostro destino? Quando? Il 25 gennaio tutti dovrebbero sostenere Tsipras, sia chi criticamente spera di rivelarne il "bluff", sia chi spera, come me, che l'UE costringerà all'isolamento la Grecia aprendo possibili svolte radicali. Non sappiamo dove il vento politico porterà Syriza, ma l'alternativa sarebbe restare a guardare, e noi italiani siamo maestri in questo. Torniamo ad essere protagonisti del nostro destino sostenendo Tsipras.


Andrea 'Perno' Salutari

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