sabato 9 luglio 2016

III Forum Internazionale No Euro

No Euro Internazional Forum

Il Coordinamento riunisce partiti politici e movimenti popolari che considerano principi non negoziabili la libertà, l’uguaglianza sociale e la fratellanza fra i popoli. Questo è il motivo per cui ci opponiamo alla globalizzazione neoliberista, che si basa sui dogmi opposti del governo dispotico di una élite oligarchica, sul culto della concorrenza selvaggia, sulla crescita delle ingiustizie sociali, sulla soppressione della sovranità nazionale a favore di regimi imperiale.
L’Unione europea, con la sua moneta unica, rappresenta il tentativo più avanzato e pericoloso mai messo in atto da queste élite oligarchiche.
La crisi irreversibile dell’Unione europea spinge le classi dominanti ad esacerbare le politiche austeritarie e antipopolari. Non c’è modo di riformare questa Unione reazionaria e imperialista. Essa va demolita, sostenendo tutti i movimenti di emancipazione sociale.
Il nostro Coordinamento si considera uno spazio aperto per discutere le possibili alternative alla globalizzazione e all’Unione europea, e uno strumento per l’azione e per riconsegnare ai popoli la loro piena sovranità.


L'appello
Il tradimento da parte delle istituzioni dell’Unione europea dei conclamati principi di giustizia, fraternità, libertà, cooperazione, solidarietà e pace, si è consumato negli accordi con i governi del Regno Unito e della Turchia. La maschera è caduta. La vera natura è alla luce del sole.

Solo piccole minoranze, mentre l’Unione europea prendeva corpo, denunciarono la “assurdità” di una moneta unica per economie profondamente diseguali, e di istituzioni comuni per società diversissime. Il regime monetario è oggi fondato sul monopolio dell’emissione monetaria da parte di un sistema sovranazionale iper-finanziarizzato che specula contro gli Stati ed i popoli.

In verità ciò che sembrava “assurdo” aveva una sua razionalità: la demolizione degli stati nazionali rispondeva agli interessi convergenti delle diverse borghesie, anzitutto dei grandi agglomerati transnazionali, sia finanziari che industriali, da tempo strettamente interconnessi fra loro.

La narrazione europeista camuffava la tradizionale ideologia liberista (scolpita a caratteri cubitali nei Trattati costitutivi dell’Unione) secondo cui nessuna ingerenza di natura politica sui mercati è ammessa, ogni ostacolo alla dittatura del capitale sul lavoro abbattuto, nessun limite deve contrastare la libertà di movimento dei capitali, tutto ciò che è di proprietà pubblica va privatizzato.

La gran parte delle sinistre europee sono colpevoli per aver qualificato e difeso come progressista questa costruzione reazionaria. È stato un tradimento inaudito degli interessi e delle aspirazioni delle classi popolari. Si è trattato di un secondo “4 agosto” — quando nel 1914 i partiti socialdemocratici tradirono il principio della pace e votarono a favore della guerra fratricida —, compiuto in nome di un cosmopolitismo imperialista gabellato cinicamente per internazionalismo.

Sotto i colpi della grande tempesta finanziaria venuta dagli Stati Uniti, l’Unione europea è stata sull’orlo dell’implosione. Questa è stata evitata in extremis ricorrendo a dispositivi d’emergenza i cui durissimi costi sociali sono stati scaricati sulle spalle delle classi lavoratrici e dei popoli dei paesi cosiddetti “maiali” e/o “periferici”.

AteneQuesti popoli hanno tentato di resistere al massacro sociale in diverse maniere, con grandi ondate di mobilitazione dal basso o attraverso le urne, portando alla ribalta nuovi movimenti e partiti politici. Questi, a volte senza alcun ancoraggio ideologico, spesso trasversali e socialmente compositi, hanno incarnato non solo il rifiuto delle politiche di austerità e dei meccanismi di rapina neoliberisti, ma anche l’aspirazione a riconquistare le sovranità nazionali e popolari perdute, tradite o sequestrate.

Le operazioni di “salvataggio” austeritarie dell’Unione europea portate avanti nei paesi membri hanno avuto effetti distruttivi. In realtà, i processi in corso indicano che la Ue e l’euro sono in via di dissoluzione. I tentativi delle classi dominanti di scongiurare questa dissoluzione potranno solo prolungarne l’agonia. La fine della Ue è incontrovertibile. Le élite europeiste, ogni giorno più contestate dai popoli, lasceranno il posto alle forze sociali e politiche del cambiamento, quelle che domani saranno chiamate a guidare le diverse nazioni tornate sovrane.

Queste forze hanno natura di classe e scopi diversi tra loro, in alcuni casi opposti. Mentre in alcuni paesi avanzano partiti della destra reazionaria e xenofoba (alcuni ancor più liberisti e antidemocratici di chi oggi governa), in altri si vanno rafforzando movimenti politici di massa che aspirano a più democrazia e alla riduzione delle ineguaglianze. È con questi ultimi che può essere costruito un fronte unito per rompere la prigione europea, ristabilire la democrazia e la giustizia sociale, e consegnare ai popoli la loro sovranità e la loro indipendenza.

Sappiamo che la liberazione non sarà una passeggiata. Si è visto in che modo in Grecia lo Stato è stato privato della sua sovranità e come il popolo greco è stato trasformato in una massa di individui senza alcun diritto. Si è visto il terrorismo che esercitano le istituzioni capitaliste neoliberali sovranazionali. I popoli hanno bisogno di partiti politici che abbiano coraggio, idee e obbiettivi chiari, al contrario di quanto mostrato da Syriza. I popoli otterranno la loro liberazione solo portando fino in fondo i processi di rivoluzione democratica. In caso contrario il combinato disposto della crisi della globalizzazione capitalista e del collasso dell’Unione e dell’Eurozona condurrà a una nuova barbarie.

Il III. Forum internazionale vuole essere un luogo aperto di discussione e confronto tra le diverse forze democratiche e popolari e, speriamo, di elaborazione di una strategia comune, così da gettare le fondamenta della futura alleanza internazionalista dei popoli e delle nazioni sulla base dell’uscita dall’Unione europea, dall’Euro e dalla Nato. Davanti alla mondializzazione neoliberale un processo di de-mondializzazione deve essere concepito e messo in pratica in ciascuno dei nostri paesi.

Per partecipare a questo grande compito, ti invitiamo a prendere parte al III. Forum che noi organizziamo.

Il Programma
Venerdì, 16 settembre

Assemblea plenaria di apertura – Ore 10:00/12:30

Unione Europea: Perché non può essere riformata, perché dev’essere smantellata

Tavole rotonde – ore 15:30/19:00

1. Tavola Rotonda: Germania: Le differenti opposizioni alla moneta unica
2. Tavola Rotonda: Spagna: Le sinistre spagnole davanti al dilemma della Ue e dell’euro
3. Tavola Rotonda: Grecia: Come hanno fatto sparire uno Stato-Nazione

Ore 21:30 /23:30

4. Tavola rotonda: Brexit

Sabato 27 settembre

Tavole rotonde – ore 09:30/12:30

5. Tavola rotonda: Francia: Alleanze per la de-globalizzazione
6. Tavola Rotonda: Come reagire alla minaccia di una nuova tempesta finanziaria mondiale
7. Tavola Rotonda: Italia: Chi guiderà l’uscita dall’euro?

Tavole rotonde – ore 15:30/19:00

8. Tavola Rotonda: Europa dell’Est e del Nord: le resistenze alla dominazione  euro-tedesca
9. Tavola Rotonda: Il Populismo: anatema o risorsa per il cambiamento democratico?
10. Tavola Rotonda: Euro-oligarchia, sovranità nazionale e democrazia

Ore 21:30 /23:30

11. Tavola Rotonda: L’Immigrazione e la fine di Schengen

Domenica 28 settembre

Ore 09:30/12:30

Assemblea plenaria conclusiva
Strategie e Alleanze per la Liberazione dei Popoli


Per tutte le info: No Euro International Forum

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